02 luglio 2008

ALITALIA

Primo piano di salvataggio proposto (2002 circa. Piano Mengozzi-Zanichelli-Cimoli)
1.100 esuberi i sindacati dicono NO!

Secondo piano di salvataggio (Airfrance Marzo 2008)
2.100 esuberi i sindacati dicono NO!

ELEZIONI: 13-14 Aprlie 2008
NO alla riduzione di Alitalia ad una compagnia locale.
NO allo spezzatino per un rilancio di Alitalia quale grande compagnia di bandiera di una potenza economica.
E' pronta una cordata di imprenditori italiani che metteranno una fiches, con l'advisory di IntesaSanpaolo.

RISULTATO 2 Luglio 2008:
L'advisory ha fatto delle prime stime approssimative da verificare.

10.000 esuberi

quoto dal Corriere della Sera: "MILANO - Non saranno tagliati solo i dipendenti, ma anche i voli. Alitalia si appresta a diventare una compagnia solo nazionale con qualche spruzzo d'Europa. La bozza messa a punto da Intesa Sanpaolo per Alitalia dovrebbe essere pronta al massimo entro lunedì e prevederebbe una nuova compagnia in formato «mini» da integrare con Air One e che esca da Skyteam."

quoto dal Corriere della Sera: "L'IPOTESI - Lo scrive il quotidiano «Il Messaggero» secondo cui alla guida della nuova società, che sarebbe focalizzata sui voli nazionali, i principali collegamenti europei e qualche volo intercontinentale, potrebbe arrivare l'ex amministratore delegato di Piaggio, Rocco Sabelli. Resta poi confermata l'ipotesi «spezzatino» con una newco in cui far confluire le parti di Alitalia relative all'attività operativa di volo e una «bad company» in cui far confluire debiti e business non profittevoli. In quest'ottica il governo si impegnerebbe e a breve a varare, scrive ancora il quotidiano, una nuova versione della legge Marzano per consentire di accelerare lo sdoppiamento e allunghi i tempi degli ammortizzatori sociali, visto che gli esuberi potrebbero arrivare a 10.000."

quoto dal Corriere della Sera: "LA PROPRIETA' - Novità arriverebbero anche sul fronte della proprietà della nuova compagnia. Non riuscendo di fatto a realizzarsi una vera e propria cordata italiana se non con alcuni imprenditori che prenderebbero quote di minoranza il controllo passerebe di fatto alle banche e a Carlo Toto, patron di Air One, che conferirebbe parte della stessa Air One all'interno della nuova Alitalia. Si parla di parte perchè sembrerebbe che gli aerei resterebbero di proprietà di Ap holding e verrebbero dati solo in affitto."

Quale puo' essere il prossimo passo? Il fallimento?

10 giugno 2008

Autotrasportatori

La mia domanda è possiamo vedere un autotrasportatore come un imprenditore?
Se ho capito bene, si compra il camion (macchinario di produzione), si compra la benzina (energia), si sceglie cosa portare e dove portarlo, neozia un prezzo con l'industra che produce quello che lui porta confrontandosi con il mercato e poi svolge il servizio cercando di offrire un servizio buono e rispettando i parametri decisi con il mittente.

Mi spiace che la benzian sia salita e posso capire che per loro sia un problema MOLTO GROSSO, ma perche' deve essere un problema dello stato? Perche' lo stato vuole favorire i TIR ai treni? Perche' altrimenti lo stato dovrebbe fornire degli aiuti economici?

Si tratta forse della solita manipolazione del mercato da parte dello stato?
Oppure il loro e' considerato un servizio alla nazione di cui lo stato si deve fare garante perche' di interesse pubblico? (secondo me il trasporto della pasta Barilla e' un problema della Barilla e non dell'Italia, secondo me il trasporto delle FIAT e' un problema della FIAT non dell'Italia....e cosi' via dicendo)

Inoltre agli Autrotrasportatori s' sempre stato garantito il diritto di fare sciperi selvaggi e violenti che bloccano l'intera rete stradale (che non serve solo loro ma anche le macchine). Se un corteo volesse paralizzare una sola citta' il prefetto si opporrebbe e li costringerebbe a cambiare il percorso, e la polizia (forse, qualcuno dice talvolta anche esagerando) si occuperebbe di evitare che il corteo vada vuori del previsto, invece i camion bloccano l'Italia (loro e i produttori di latte, contadini etc...) fanno i prepotenti e fanno sentire la loro voce e si impongono per ricevere aiuti che mi domando se gli spettino.

Intercettazioni

(da un'intervento di Marco Travaglio (blog di grillo) puo' essere amato o odiato ma comunque è un giornalista che verifica le fonti):


Quanto costano le intercettazioni?

Due anni fa, l’ultimo anno dei quali abbiamo le statistiche, le procure italiane, che sono 165, hanno speso per intercettazioni 240 milioni di euro. Secondo altri calcoli il coso sarebbe pure inferiore. Ma prendiamo per buono il più grosso, cioè 240 milioni di euro. Che erano 40 in meno rispetto all’anno prima. Sono quattro euro per ogni cittadino. Quattro euro e qualcosa per ogni cittadino. La domanda è: “siete disposti da dare quattro euro all’anno, cioè quattro caffè all’anno, per sentirvi più sicuri e protetti contro reati di ogni genere?”. Penso che la risposta, se la domanda viene posta correttamente ai cittadini, sia sì.


Per cosa si usano oggi?

Per omicidi, rapimenti, molestie (telefoniche), ricerca di latitanti, estorsioni, corruzioni


Come fanno negli altri paesi? (dato che ormai ci confrontiamo sempre con il mercato globale e con il resto del mondo)

Negli altri paesi non si sa quante siano le intercettazioni. L’unico paese di cui con certezza si sa quante intercettazioni si facciano è l’Italia. Per quale motivo? Perché in Italia le può fare soltanto la magistratura e risultano tutte, dalla prima all’ultima, con tanto di autorizzazione di un giudice terzo. Mentre all’estero le fanno i servizi segreti, le forze di polizia, senza nessun controllo. Pensate, in Inghilterra le fa perfino il servizio ambulanze. Ci sono 156 enti, compresi gli enti locali, che possono fare le intercettazioni. In America le fa la SEC, che è l’equivalente della nostra CONSOB, solo che quella funziona e che controlla appunto le attività di borsa.

Come la penso io....
Io penso che no sia sbagliato il fatto che la magistratura faccia le intercettazioni, quello che pero' riconosco a Berlusconi è che e' grave che escano sui giornali continuativamente (e spesso anche prima che il processo sia finito). Sono daccordo con la MAXI-MULTA agli editori che le pubblicano. Non concordo sul principio "5 anni a tutti..." mi sembra un po' fascista e molto stalinista.

29 maggio 2008

Thor

Questa è una notizia bellissima che voglio diffondere.
Fatela conoscere a quanta piu' gente possibile.
Non è la soluzione a tutti i mali, ma e' un successo Italia, una ricerca interessante e un possibile aiutino ad uno dei 1000mila problemi Italiani.

Fonte: http://www.cnr.it/cnr/news/CnrNews?IDn=1758
Ulteriori approfondimenti a: http://archingeo.files.wordpress.com/2008/02/rifiuti-solidi-urbaninewl11.pdf
Vado di copia e incolla dal primo link.

07/01/2008 Rifiuti: arriva Thor, il sistema di riciclaggio ‘indifferenziato’
Quanto sia oneroso e problematico il trattamento dei rifiuti, lo dimostra la “tragedia” della Campania alla quale media e istituzioni stanno prestando la loro allarmata attenzione in questi giorni. Ma i rifiuti solidi urbani, com’è noto, possono rappresentare anche una risorsa. In questa direzione va Thor, un sistema sviluppato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche insieme alla Società ASSING SpA di Roma, che permette di recuperare e raffinare tutti i rifiuti e trasformarli in materiali da riutilizzare e in combustibile dall’elevato potere calorico, senza passare per i cassonetti separati della raccolta differenziata.

Un passo oltre la raccolta differenziata e il semplice incenerimento, con cui i rifiuti diventano una risorsa e che comporta un costo decisamente inferiore a quello di un inceneritore. Thor (Total house waste recycling - riciclaggio completo dei rifiuti domestici) è una tecnologia ideata e sviluppata interamente in Italia dalla ricerca congiunta pubblica e privata, che si basa su un processo di raffinazione meccanica (meccano-raffinazione) dei materiali di scarto, i quali vengono trattati in modo da separare tutte le componenti utili dalle sostanze dannose o inservibili.

Come un ‘mulino’ di nuova generazione, l’impianto Thor riduce i rifiuti a dimensioni microscopiche, inferiori a dieci millesimi di millimetro. Il risultato dell’intero processo è una materia omogenea, purificata dalle parti dannose e dal contenuto calorifico, utilizzabile come combustibile e paragonabile ad un carbone di buona qualità.

“Un combustibile utilizzabile con qualunque tipo di sistema termico”, aggiunge Paolo Plescia, ricercatore dell’Ismn-Cnr e inventore di Thor, “compresi i motori funzionanti a biodiesel, le caldaie a vapore, i sistemi di riscaldamento centralizzati e gli impianti di termovalorizzazione delle biomasse. Infatti, le caratteristiche chimiche del prodotto che viene generato dalla raffinazione meccanica dei rifiuti solidi urbani, una volta eliminate le componenti inquinanti sono del tutto analoghe a quelle delle biomasse, ma rispetto a queste sono povere in zolfo ed esenti da idrocarburi policiclici”. E’ possibile utilizzare il prodotto sia come combustibile solido o pellettizzato oppure produrre bio-olio per motori diesel attraverso la ‘pirolisi’. L’impianto è completamente autonomo: consuma infatti parte dell’energia che produce e il resto lo cede all’esterno.

Il primo impianto THOR, attualmente in funzione in Sicilia, riesce a trattare fino a otto tonnellate l’ora e non ha bisogno di un’area di stoccaggio in attesa del trattamento; è completamente meccanico, non termico e quindi non è necessario tenerlo sempre in funzione, anzi può essere acceso solo quando serve, limitando o eliminando così lo stoccaggio dei rifiuti e i conseguenti odori. Inoltre, è stato progettato anche come impianto mobile, utile per contrastare le emergenze e in tutte le situazioni dove è necessario trattare i rifiuti velocemente, senza scorie e senza impegnare spazi di grandi dimensioni, con un costo contenuto: un impianto da 4 tonnellate/ora occupa un massimo di 300 metri quadrati e ha un costo medio di 2 milioni di euro.

L’impianto può essere montato su un camion o su navi. In quest’ultimo caso, la produttività di un impianto imbarcato può salire oltre le dieci tonnellate l’ora e il combustibile, ottenuto dal trattamento, reso liquido da un ‘pirolizzatore’, può essere utilizzato direttamente dal natante o rivenduto all’esterno.

“Un impianto di meccano-raffinazione di taglia medio-piccola da 20 mila tonnellate di rifiuti l’anno presenta costi di circa 40 euro per tonnellata di materiale”, spiega Paolo Plescia. “Per una identica quantità, una discarica ne richiederebbe almeno 100 e un inceneritore 250 euro. A questi costi vanno aggiunti quelli di gestione, e in particolare le spese legate allo smaltimento delle scorie e ceneri per gli inceneritori, o della gestione degli odori e dei gas delle discariche, entrambi inesistenti nel Thor. Quanto al calore, i rifiuti che contengono cascami di carta producono 2.500 chilocalorie per chilo, mentre dopo la raffinazione meccanica superano le 5.300 chilocalorie”.

Un esempio concreto delle sue possibilità? “Un’area urbana di 5000 abitanti produce circa 50 tonnellate al giorno di rifiuti solidi”, informa il ricercatore. “Con queste Thor permette di ricavare una media giornaliera di 30 tonnellate di combustibile, 3 tonnellate di vetro, 2 tonnellate tra metalli ferrosi e non ferrosi e 1 tonnellata di inerti, nei quali è compresa anche la frazione ricca di cloro dei rifiuti, che viene separata per non inquinare il combustibile”. Il resto dei rifiuti è acqua, che viene espulsa sotto forma di vapore durante il processo di micronizzazione. Il prodotto che esce da Thor è sterilizzato perché le pressioni che si generano nel mulino, dalle 8000 alle 15000 atmosfere, determinano la completa distruzione delle flore batteriche, e, inoltre, non produce odori da fermentazione: resta inerte dal punto di vista biologico, ma combustibile”.

Un’altra applicazione interessante di Thor, utile per le isole o le comunità dove scarseggia l’acqua potabile, consiste nell’utilizzazione dell’energia termica prodotta per alimentare un dissalatore, producendo acqua potabile e nello stesso tempo eliminando i rifiuti soldi urbani.

Roma, 7 gennaio 2008

La scheda
Che cosa: Thor (Total house waste recycling) sistema per il recupero e la raffinazione dei rifiuti solidi urbani
Chi: Istituto di studi sui materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr
Per informazioni: Paolo Plescia, Istituto di studi sui materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr, tel. 06.90672826, e-mail: paolo.plescia@ismn.cnr.it, p.plescia@assing.it

Ufficio Stampa Cnr Rosanna Dassisti
tel. 06.4993.3588
rosanna.dassisti@cnr.it

08 maggio 2008

To blog or not to blog

"...Dicebamus heri..." e ricomincio subito con questioni socio politiche perche' sono le piu' semplici da affrontare, almeno dal punto di vista emotivo.

Mentre attendo che semplifichino ulteriormente la scheda elettorale (prima dovevo scrivere la preferenza, poi dovevo scegliere tra 20 simboli anche senza dovermi fare carico della scelta della persona, ora dobbiamo scegliere tra 5 simboli,...,quale sara' il prossimo passo dovremo solo fare una croce sull'unico simbolo presente, e poi non sara' piu' nemmeno necessario andare a votare) stavo pensando alla situazione di Roma, e chiaramente ne sono preoccupato (non c'entra nulla il sindaco ne' attuale, ne' precedente).

Roma è ormai entrata appieno nel vortice della provincializzazione, infatti offre sempre meno opportunita' di impiego, tutte le grandi aziende si stanno spostando verso nord, e sempre piu' gente (laureata o meno) si deve muovere e allontare dalla capitale. Anche la ricerca di un posto di lavoro a Roma ormai si limita alle aziende statali, para-statali o ex statali, oltre ovviamente al commercio/turismo.
Tutti i lavoratori migliori sono costretti a migrare, non che la situazione Italiana sia molto migliore, ma comunque al nord la situazione è un po' migliore.

Mi aspetto dunque un rapido declino, un aumento rapido dell'eta' media a Roma, un
lento e graduale spopolamento. Per affrontare una tale emergenza ci si deve domandare perche' le grandi aziende si stiamo spsotando verso il nord.
Forse le azienda di prodotto posso addurre motivazioni geografiche in quanto sono piu' vicine al centro dell'Europa, e quindi possono risparmiare qualcosa sulle spedizioni. ma per le aziende di servizio, quali banche, telefoniche etc... escludiamo in primis una motivazione geografica perche' comuqnue per andare in Europa comunque si prende l'aereo, e da Roma o da Venenzia il tempo impiegato e' pressoche' lo stesso.
L'unica differenza sostanziale che posso vedere e' quella dell'accentramento. E' comodo alle societa' stare vicino ad altre societa' (ad esempio Telecom dovra' spesso andare dai fornitori, dai finanziatori etc...); questa motivazione porta, in qualsiasi momento, ad un rapido collasso della distribuzione. Mi spiego con un esempio: supponiamo che ci siano 2 sole citta' Roma e Milano. Nell'istante in cui a Milano si concentra il 51% delle aziende diventa piu' comodo per tutte le aziende stare a Milano piuttosto che a Roma che ne ha solo il 49% e quindi rapidamente le aziende che erano a Roma si spostano verso Milano aumentando la percentuale e rendendo sempre piu' conveniente andare a Milano e accellerando quindi il processo.

In tale ottica vedo, come solo modo per invertire la tendenza, quallo di fornire nuove valide motivazioni alle aziende per tornare, e l'unica che mi viene in mente e' un forte taglio ad una spesa comunque a molte aziende, quella dell'immobiliare. Faccio un esempio costruendo e vendendo a prezzi bassi un enorme quartiere a tutte le societa' queste potrebbero essere invogliate a tornare e, essendoci molto spazio, a tornare in massa riequilibrando nuovamente le percentuali di qui parlavo prima, mi rendo conto che parliamo di investimenti importantissimi e quindi non credo sia una soluzione percorribile, ma ne vedo poche altre... l'altra alternativa sarebbe convincere le aziende sul campo del costo del lavoro (che per tutte le societa' di servizio è una delle componenti di costo piu' onerose) ma come fare? proporre di pagare meno un lavoratore di Roma? Ma perche'allora quel lavoratore no ndovrebbe essere lui incentivato ad andare al nord? Proporre una detassazione su base regionale del costo del lavoro? ma non sarebbe una ingiustizia?

Vi chiedo anche a voi di dirmi la vostra, di spiagarmi secondo voi quali sono le motivazioni e se intravedete eventuali soluzioni.

P.S.: Inoltre e' auspicabile un bilanciamento della distribuzione delle aziende? o e' preferibile il concentramento? La comunicazione globale (conference-call, vido-conference, memoria fisica condivsa) come mai non riesce a risolvere il problema di stare vicino agli altri? siamo ancora troppo abituati alla vecchia maniera?

Bentornati

P.P.S. Come avrete capito dal blog sono ritornato a Milano...